giovedì , 2 Aprile 2020
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Il libro di oggi: “Livigno… c’era una volta”. La storia, le abitazioni tipiche e i mestieri di un tempo

Tra i pochi volumi esistenti sulla storia e sulle tradizioni di Livigno, uno dei più significativi è quello scritto da Luigi G. Battista Silvestri, classe 1919 e maestro di tante generazioni di scolari livignaschi, ristampato in un’edizione aggiornata nel 2001.
Il libro, intitolato semplicemente “Livigno… c’era una volta” e dedicato dall’autore “ai nipoti, perché conoscendo meglio il loro paese lo amino come l’hanno amato sempre i loro antenati”, racconta nella parte introduttiva i fatti più importanti della storia di Livigno, per poi dedicarsi alla descrizione delle varie abitazioni tipiche e dei mestieri di un tempo, oggi quasi tutti scomparsi.
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E proprio rifacendoci a uno dei capitoli di “Gente che non c’è più”, riassumiamo alcuni aspetti del mestiere del pradéir, il falciatore.
Dopo la fioritura dei prati a giugno, a luglio il fieno maturava e a fine mese era pronto per il taglio, che iniziava dopo il tradizionale temporale di Sant’Anna, patrona di Trepalle. Allora il contadino livignasco, impigrito dal lungo inverno, diventava operoso e non badava a orari e fatiche. Doveva raccogliere il suo fieno nel minor tempo possibile sotto il bel sole d’agosto, perché era questo l’unico taglio dell’anno che l’avara natura di Livigno permetteva. Bisognava falciare a mano migliaia di ettari di prato, spargere il fieno, rivoltarlo al sole di mezzogiorno per favorirne l’essiccamento, ammassarlo e comporlo nella frosc’chéira (un telaio in legno da mettere in spalla), oppure nel pézon (un telo quadrato di juta munito di corda). La frosc’chéira veniva portata direttamente al fienile, mentre i pézon venivano caricati sul lungo pianale del carro e poi trasferiti tutti insieme. Un’altra fatica della giornata del contadino era poi rappresentata dal trasporto a spalla dei pézon lungo la grande scala esterna che dava accesso al fienile, ripida e pericolosa. Infine, il fieno veniva sparso in modo omogeneo sopra il mucchio raccolto nei giorni precedenti e lasciato a fermentare.

Luigi G. Battista Silvestri, “Livigno… c’era una volta”, edizione Marazzi & Silvestri, euro 18
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Questa rubrica, curata dalla libreria La Botia Noa e aggiornata circa due volte al mese, intende presentare e far conoscere al pubblico i tanti libri esistenti su Livigno, la Valtellina e le Alpi, e in generale i migliori titoli di montagna e di alpinismo.
Tutti i libri descritti nella rubrica sono disponibili presso la libreria La Botia Noa di Livigno.
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